Raffaella de Santis:Ha scritto „Le amanti“ a metà degli anni Settanta, lo riscriverebbe allo stesso modo?
Elfriede Jelinek: Senza dubbio la situazione odierna è diversa, ma direi che è cambiata in modo selettivo, non strutturale. È vero, ci sono donne in posizioni economiche migliori (anche grazie alle quote rosa), ma si perpetuano i medesimi rapporti di potere. E se alcune si affrancano, altre alle loro dipendenze devono sbrigare il lavoro domestico. In genere si tratta di persone che provengono dalle aree più svantaggiate e arretrate, come nel caso delle badanti.
Si reputa ancora una femminista? cosa pensa del #MeToo?
Certo che sono una femminista, cos’altro dovrebbe essere una donna? Dopo il #MeToo, che considero un movimento molto importante, nonostante gli eccessi che possono verificarsi ogni volta che si assiste a un risveglio sociale per l’emancipazione di gruppi oppressi o intimiditi, non è più possibile disporre dei corpi delle donne con disinvoltura. Se non altro perché gli uomini coinvolti, spesso famosi o di potere, sanno che possono incorrere in sanzioni pesanti e pene. Ora hanno qualcosa da temere, fosse anche solo l’ostracismo da parte del pubblico.
aus: Santis, Raffaella de: Elfriede Jelinek. Io femminista senza tenerezza . In: La Repubblica, 23.10.2020.
Anlässlich der Neu-Übersetzung von
Die Liebhaberinnen
ins Italienische durch
Nicoletta Giacon
über ihre Position als Feministin (
Feminismus
) angesichts aktueller Entwicklungen: Die Beziehung zwischen Männern (
Mann
) und Frauen (
Frau
) habe sich zwar seit den 1970er Jahren geändert, aber nicht strukturell. Entlastungen gingen häufig auf Kosten anderer, wiederum weniger privilegierter Menschen wie etwa im Pflegebereich (
Ausbeutung
,
Gesellschaft
). Die Machtverhältnisse blieben bestehen, trotzdem seien Bewegungen wie #Metoo wichtig. Außerdem über ihre Kindheit und Jugend (
Person
) und die Nobelpreisvergabe an
Peter Handke
.